Chiesa di Santa Rosalia

Camerota, Salerno

Descrizione

Cronologia:

  • 1656 - Costruzione della chiesa dopo la pestilenza da parte dell’università di Lentiscosa;
  • 1704 - Il vescovo Maradei interdì le sepolture davanti alla cappella;
  • 1800 - Il santuario viene bruciato dai francesi e nel 1848 avviene il restauro;
  • 1871 - Consolidamento del campanile;
  • 1889/1910 - Restauro;
  • 1934 - Restauro della tettoia e degli stucchi interni;
  • 1998 - Restauro per volere di Don Gianni Citro;

 

Descrizione architettonica:

La costruzione è rettangolare a navata unica, alle pareti di questa, i riquadri dei miracoli di Santa Rosalia. Al centro del soffitto cassettonato, il dipinto di Santa Rosalia, firmato Salvatore Gentile, 1929. Nella chiesa è presente la statua della santa palermitana, una scultura napoletana del ‘700. 

 

Notizie storiche:

Dopo la pestilenza scampata del 1656, il popolo di Lentiscosa eleva un voto a Santa Rosalia, ed il sacello viene trasformato in santuario. Nel 1664 il vescovo De Giacomo, che visitò la cappella, la trovò ornata di tutte le suppellettili necessarie; il vescovo Maradei nella visita del 1704 affrontò invece un problema spinoso, quello delle sepolture davanti alla cappella, e le interdì.

Un altro vescovo, De Rosa, nel 1709 raccomandò che le due porte non rimanessero a lungo aperte. La stessa cappella aveva anche un Monte frumentario che aveva prestato ben 60 ducati all'Università.

Nel 1718 furono eseguite, per ordine del vescovo De Robertis, alcune riparazioni alle lapidi interrate nel pavimento, alle immagini, alle due porte. L' edificio, senza grosse pretese architettoniche ma carissimo alla storia e alla devozione lentiscosana, ha subìto interventi di restauro sia nell'impianto decorativo dell'interno con totale rifacimento del trono della Santa realizzato con elementi di spoglio di un antico portale in pietra, che all'esterno nel tentativo di restituire alla facciata l'aspetto rustico originario.

Secondo alcuni storici, agli inizi dell’800 il santuario fu bruciato dai briganti e dai francesi. Nel 1848 è rifatto il pavimento a mattonelle; nel 1871 viene consolidato il campanile; è ampliata nel 1889 e 1910; nel 1934 viene rifatta la tettoia e gli stucchi interni.

Nel 1998 la chiesa è stata restaurata ancora una volta per volere dell'attuale parroco don Gianni Citro.

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