Camerota

Camerota, Salerno

Le origini di Camerota hanno diverse varianti. La leggenda racconta che Palinuro, nocchiero di Enea, si innamorò della bella Kamaraton, che non ricambiava il suo amore. La inseguì e trovò la morte in fondo al mare e Venere, per punirla, la trasformò in roccia. Quella roccia è l’altura di Camerota. La storia dice che Camerota fu fondata nel VI secolo dai Focei e il suo nome deriva dal greco Kamaroton, costruzione ad arco di cui il paese, ancora, ha testimonianze. La vita si svolgeva all’interno di un castello, che ha visto gli assalti di normanni, arabi, svevi, angioini, aragonesi, borboni. Il castello era protetto da una cinta muraria e, ancora oggi, i camerotani indicano la parte interna “ind’alli mura” e quella esterna “for’alli mura”. Nel 1552, fu devastata dai turchi del comandante Bessà e, successivamente furono costruite varie torri di avvistamento. Camerota fu governata dai Sanseverino, dai Di Sangro, dai Marchese. Durante la rivolta di Masaniello, il 23 luglio 1647 Camerota insorse contro Paolo Marchese che aveva ripristinato lo jus primae noctis, lo uccise e tagliò a pezzi disseminandoli nei campi intorno al paese, e molte località camerotane prendono il nome dalla parte del corpo che le toccò: Capocanto (l’ugola), Piedipaolo (il piede) ecc. Si accedeva all’interno attraverso tre porte: Porta di Suso, Porta di Santa Maria e Porta di San Nicola. Alle tre porte, nel 1662, vennero dedicate le tre parrocchie di Santa Maria delle Grazie, di San Daniele e di San Nicola.

Lentiscosa

Camerota, Salerno

La narrazione orale delle origini di Lentiscosa porta alla mente la fruttuosità delle terre poste sopra gli Infreschi, le quali vennero coltivate dalla popolazione degli agareni, dediti principalmente alla pesca. Tali genti popolavano le innumerevoli grotte e piantarono cospicue quantità di piante di ulivo che ancora costeggiano la zona. Vivevano scambiando i loro prodotti con le popolazioni limitrofe, che vivevano più a monte: questi continui scambi portarono alla loro completa integrazione. Ad essere ritenuti i primi abitanti delle grotte di Lentiscosa sono i saraceni. Vi sono due varianti relative alla nascita del primo nucleo abitativo di Lentiscosa. Il primo di questi racconti si riferisce ad una zona a ridosso di Porto Infreschi. Tale località possedeva la propria Torre degli Infreschi, la sua Taverna, di cui resta un rudere situato ad est della piccola chiesa, la tonnara, i depositi siti nelle grotte e la Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, detta anche San Lazzaro. Col passare degli anni l’abitato venne invaso da numerose specie di insetti e la popolazione fu costretta ad abbandonare l’abitato e a raggiungere una zona più alta, quella attuale. Il secondo racconto tramanda che il primo nucleo abitativo nacque nei dintorni di Via Sant’Angelo, ma tale versione si crede postuma. L’intero territorio era abbellito da numerosi luoghi di culto difatti, oltre alle chiese attuali, figuravano anche: la cappella di Santa Maria ro Chiano costellata da una leggenda attorno alla figura sacra; la cappella del Pollareto; il convento, ormai rudere, di Spinapulece.

Licusati

Camerota, Salerno

Una conca divisa dal fiume Marabisi: da una parte si costituì il Cenobio di San Pietro dedito alla preghiera e al rito greco; dall’altra si stanziarono coloro che avevano costituito delle famiglie contraendo matrimonio. Quindi, da una parte vi erano li monaci e dall’altra li accasati. Ma, moltissimi secoli fa, il centro abitato di Licusati non esisteva poiché la vita era concentrata all’interno del castello di Mondelmo. I cittadini lavoravano i campi ed avevano tre cappelle per officiare e prendere parte ai riti religiosi: una a Santa Lucia posta in alto, di cui sono visibili ancora pochi ruderi; una a San Costantino posta a valle; una tra le mura e, forse, cimiteriale. Il castello venne abbandonato a causa dell’assalto dei saraceni sbarcati alla marina della Molpa. Questi penetrarono attraversando la valle del Mingardo, affrontando l’impervia macchia del Vallone della Giardina per raggiungere la meta. Ma sul Serbatoio di Santacqua, un vecchio a mo’ di sentinella, accortosi dell’invasione, strillò agli abitanti di abbandonare il castello e rifugiarsi all’Accasate. Si narra anche che i Turchi cannoneggiarono le mura, dal mare, con proiettili di legno. Alcuni vicoli caratteristici e storici del paese prendono il loro nome dal mestiere degli occupanti: ‘Orcarelli, abitato dai porcari; Mandracchio, occupato dai mandriani. Postume sono le costruzioni dei palazzi Sofia e Crocco. Via Marabisi prende il nome dall’originario fiume che vi sgorgava. Prima di tutte queste leggende la montagna era abitata e attraversata da cacciatori e pastori preistorici, di cui testimonianza sono i ritrovamenti di reperti litici rinvenuti sul Bulgheria.

Marina di Camerota

Camerota, Salerno

L’origine storica di Marina di Camerota è strettamente legata alla Torre Layella, oggi interamente assorbita dal castello marchesale. Nel 1532 offrì rifugio alla popolazione in fuga da una delle tante depredazioni piratesche. Venne data alle fiamme nel 1544 dal pirata Barbarossa e, dopo la seconda distruzione nel 1552, fu ricostruita da Placido de Sangro. La presenza di un locale nei dintorni della piccola chiesa di San Nicola testimonia la presenza di lavori della terra e, forse, anche del mare. Qui si stabiliscono i torrieri con le rispettive famiglie. Agli inizi del ‘600 si iniziano a raccogliere famiglie di pescatori provenienti dal napoletano ad est della foce del Vallone dell’Isca. Nel 1754 il villaggio di Marina di Camerota conta appena quaranta abitanti, e nel 1835 si possono contare solo una trentina di case. Con i successi della comunità, arricchitasi dal lavoro dell’argilla, dei libani e da pescate leggendarie, Marina di Camerota cresce quasi a dismisura ritrovando, oggi, i quattro quartieri che si danno gara in molte manifestazioni: Punta, con i suoi Puntaiuoli; Piazza, con i Chiazziaiuoli; Piantata, con i Chiantapatane; Montagna, con i Muntanare.

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